Lo stile fotografico trash the dress sarà la prima risposta dei servizi matrimoniali post-coronavirus?
È ormai indubbio che l’”affaire” COVID-19 se non rivoluzionerà il settore dei matrimoni e dell’industria legata a questo tipo di eventi, sicuramente li cambierà profondamente.
Mentre tutto il comparto relativo all’organizzazione, alle location e alle strutture ricettive dovrà adeguarsi a delle precise linee guida che comunque sembrano pian piano prospettarsi con sempre maggiore chiarezza, lo stesso non si può dire per quanto riguarda l’attività dei fotografi di matrimonio.
In questo caso la parola d’ordine, per forza di cose, è reiventare il servizio fotografico (più o meno classico) a cui eravamo stati abituati e che negli ultimi anni è stato declinato in una serie di varianti.
Dallo stile reportage a quello alla moda, da quello classico al servizio fine art passando per lo “sfacciato” e giovanile trash the dress, la ricerca di un fotografo di matrimonio a Milano da parte delle coppie non poteva prescindere dalla capacità di offrire questa tipologia di servizi fotografici.
Se ci fermiamo a pensate un attimo a questi servizi fotografici di matrimonio, riflettendo sulle loro caratteristiche peculiari e cercando di immaginare cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi per tutte quelle coppie che hanno dovuto rimandare il proprio matrimonio a causa della pandemia, proprio il trash the dress potrebbe essere la prima e più immediata risposta al cambiamento che coinvolgerà il settore della fotografia di matrimonio.
Quello che sembra abbastanza assodato è che assisteremo a un proliferare di cerimonie molto più intime, matrimoni con un ristretto numero di invitato se non addirittura riservati ai parenti più stretti e a pochi selezionati amici, proprio per rispettare le disposizioni riguardanti la sicurezza e il distanziamento sociale, condizioni assolutamente impensabili e improponibili fino a pochissimi mesi fa. Una delle conseguenze più immediate di queste cerimonie ristrette sarà proprio una contrazione delle richieste (dovute anche a oggettivi impedimenti) legate ai servizi fotografici che molto probabilmente diventeranno più “concentrati” e dedicati a pochi momenti, sia a causa di alcune situazioni che – almeno per il momento – non si ripresenteranno, sia per quanto riguarda il prevedibile esiguo numero di partecipanti alle cerimonie e invitati ai matrimoni.
Proprio per far fronte a questi cambiamenti, con l’obiettivo di mantenere alto il livello di qualità dei servizi offerti, i fotografi di matrimonio dovranno puntare su soluzioni che riescano ad accontentare gli sposi sotto il profilo artistico e qualitativo del servizio fotografico, dando fondo a tutta la propria esperienza e al sempre meno considerato intuito artistico nel “suggerire” una tendenza.
Lo stile trash the dress è l’ideale in questa fase di ripresa, sia perché ha tutte le carte in regola per rispettare il distanziamento sociale ed evitare, quanto più possibile eventuali assembramenti di persone, sia perché il suo “ciclo di vita” può tranquillamente proseguire anche nei giorni successivi al matrimonio con protagonisti solo gli sposi e, al massimo, qualche amico o parente.
Cosa è lo stile fotografico trash the dress?
Il trash the dress è una moda nata negli Stati Uniti agli inizi degli anni 2000 per merito del fotografo di matrimoni John Michael Cooper che iniziò a fotografare gli sposi in ambienti insoliti. Arrivata anche qui da noi negli ultimi anni, questa tendenza vede gli sposi indossare i propri vestiti da cerimonia per una sessione fotografica “sui generis” molto divertente il cui scopo è catturare momenti in assoluta libertà in cui si distrugge il vestito delle nozze.
Sì, esattamente, perché trash the dress significa appunto “buttare il vestito” proprio perché, alla fine dello shooting fotografico, l’abito nuziale sarà comunque sporco o rovinato da parte degli sposi che si sono divertiti a “immergersi” in ambientazioni e location inusuali e in contrasto con la solennità dell’abbigliamento come vecchi casolari, spiagge deserte, campi e prati, fabbriche abbandonate o zone suburbane delle grandi città.
La possibilità di effettuare questi scatti moderni e particolari, magari sfruttando delle giornate successive al matrimonio concordate con gli sposi, con il vantaggio anche di pianificare il servizio fotografico al meglio per godere di condizioni meteo favorevoli, è senza dubbio uno dei vantaggi da sfruttare per fronteggiare l’inevitabile calo di coinvolgimento sociale legato a quello che la fotografia di matrimonio ha rappresentato nel recente passato.
In attesa di tornare a situazioni molto più vicine alla normalità, questo approccio creativo e comunque coinvolgente alla fotografia di matrimonio da parte dei professionisti (e ovviamente delle coppie che vogliono rendere eterno il loro giorno speciale) è davvero una delle risposte a una crisi senza precedenti che dovrà essere superata il prima possibile.