Come catturare i momenti più belli di un matrimonio ebraico con degli scatti fotografici
Il fotografo è attento alle emozioni. Le traduce in immagini: quelle che narrano la storia e il rituale di ogni matrimonio.
Il matrimonio ebraico ha un impatto emotivo molto forte, rispetto a quello di un rito civile o cattolico. Questo grazie al suo rituale coinvolgente e ammaliante.
In questo articolo vi raccontiamo la nostra esperienza “Jewish Wedding”, proponendovi uno sguardo fotografico.
Un’atmosfera unica
Prima di entrare nella sinagoga siamo stati soggetti a perquisizione per questioni di sicurezza. L’atmosfera è decisamente cambiata una volta giunti nel maestoso Tempio centrale Hechal David u-Mordechai, diventando decisamente unica.
Ad accompagnare l’ingresso dei primi invitati, provenienti da tutte le parti del mondo, la musica e i canti ebraici, i loro baci e abbracci: preziosi da catturare attraverso la macchina fotografica.
Ogni uomo presente si accinge a indossare il Kippah, predisponendosi alla ritualità. Il contesto diventa subito suggestivo ed è qui che arriva l’atteso ingresso dello sposo, elegante e solare, pronto a salutare tutti gli ospiti. Subito dopo si reca in una stanza separata, per la firma del contratto scritto dal rabbino il quale dopo la firma lo legge ad alta voce e ne consegna una copia.
La festa è un susseguirsi di canti e discorsi fatti da rabbini, in cui sono sottolineati i tratti caratteristici degli sposi, così che tutti i presenti possano conoscere la novella coppia.
È a questo punto che arriva l’ingresso della sposa, con indosso il classico abito bianco, tradizionale e principesco. Inizia quindi il fulcro del rito, sotto la chuppah: il baldacchino matrimoniale.
Durante la cerimonia il rabbino ripete spesso: “Mai far piangere una donna, poi Dio conta le sue lacrime!”. Un altro concetto a cui si presta molta attenzione è quello secondo cui la donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale, un po' più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore, per essere amata.
Punti chiave che riflettono l’essenza del matrimonio ebraico, in cui il momento celebrativo è visto come una vera e propria benedizione. Un’unione di due anime in cui uomo e donna si completano come corpo, che va rispettato con consapevolezza così da innalzare la condizione matrimoniale come dimora naturale dell’amore.
Nella fase finale, forse la più coinvolgente, la donna si trova avvolta da un manto, mentre lo sposo infrange il bicchiere con il piede destro, a ricordare la distruzione del tempio di Gerusalemme.
Gli errori fotografici da non fare in un matrimonio ebraico
Quando si lavora a un matrimonio emozionante e con peculiarità particolari come quello ebraico è essenziale, per il fotografo, non lasciarsi distrarre a livello emotivo facendosi coinvolgere eccessivamente. È importante, quindi, mantenere alta l’attenzione, in modo da riuscire a catturare ogni dettaglio emozionale della cerimonia che, come abbiamo visto, è intensa, fatta di tanti momenti ad alto impatto.
Inoltre, è necessario tenere conto che qualsiasi sia il rito, un evento come quello del matrimonio offre al fotografo una prospettiva unica e irripetibile. Sarà questa che dovrà essere percepita attraverso le immagini che narrano la storia, in grado di riportarla alla mente nel tempo al primo sguardo.
Uno stile come quello del reportage di matrimonio si presta particolarmente. Permette di cogliere dettagli, gesti, lasciando che sia la cerimonia stessa a esprimere tutta la sua piacevole intensità.
Matrimonio ebraico: due storie attraverso l'obiettivo di Michele Dell’Utri
Vi proponiamo la narrazione di due matrimoni ebraici, seguiti dall’obiettivo fotografico di Michele dell’Utri. Entrambi sono ambientati nella maestosa location di Villa Castelbarco a Milano, una dimora che si trova esattamente a Vaprio d’Adda, circondata da 800.000 mq di parco.
Una location che presenta una storia antica in cui è possibile celebrare rito e ricevimento in un unico ambiente. È quindi perfetta per accogliere eventi come quelli che vedono caratteristiche particolari, ma anche esigenze logistiche, come un rito ebraico.
Lo conferma il matrimonio di Sharon e Nathan, seguito da Michele Dell’Utri Studio e con fotografi Giuliano Dell’Utri, Roberto Mariani e Michele Dell’Utri. La macchina fotografica ha accompagnato gli sposi con discrezione fin dalle fasi della vestizione, cogliendo l’attesa della celebrazione in un crescendo di emozioni, in un rito che ha saputo emozionare tutti i presenti. Compresi i fotografi, certamente, che si sono dedicati al tentativo di tradurre quanto presente in superficie in immagini dall’alto potere evocativo.
Villa Castelbarco è stata la location di eccezione anche di un altro matrimonio ebraico a Milano: quello tra Nicole e Ted, seguito da Michele Dell’Utri Studio e con fotografi Giuliano Dell’Utri, Roberto Mariani e Michele Dell’Utri, in collaborazione con la wedding planner Letizia Evans.
Anche in questo caso lo sguardo dei fotografi ha saputo catturare tutte le fasi del rito ebraico, compreso un momento celebrativo come la firma del contratto o la fase finale emozionante come non mai in cui la sposa è avvolta dal velo nonché quella in cui lo sposo pesta il bicchiere. Tutti attimi colti con sapienza dallo sguardo della macchina fotografica, presente come gli altri invitati e in grado di riportare persino a chi non era presente l’emozione di quel giorno alla memoria.